Un territorio vocato alla crescita e
raccolta di una particolare specie di tartufo. I primi ritrovamenti
di tartufi in Valle Grana documentati si possono far risalire agli
anni ’30 grazie a contadini che zappavano a mano i loro terreni per
coltivare le vigne o seminare orzo e frumento sui terrazzamenti
esposti a sud. Nessuno sapeva cosa fossero, mancava infatti la
tradizione di cucinare il tartufo, venivano quindi abbandonati ed
impedito ai cani di mangiarli per paura che fossero velenosi.
Attualmente l'area vocata alla
produzione dei tuberi parte dai 500 m.s.l. m del versante a
esposizione favorevole. Con l'ultimo censimento effettuato (nel 2010)
si sono contate un centinaio di piante tartufigene su di una
superficie vocata di circa 400 ha. Le piante sono in condizioni
ecologiche non ottimali e danno produzioni molto variabili negli
anni.
Le condizioni ottimali per lo sviluppo
del tartufo sono la presenza di molta luce.