Cervinia - Lago Blu
Indirizzo: Val d'Ayas (AO)

Luoghi e paesaggi
Cervinia - Lago Blu


Percorrendo la Valtournenche, poco prima di arrivare a Breuil-Cervinia, sulla destra, si arriva al famosissimo Lago Blu (1981 mslm) chiamato così per il colore ceruleo delle sue acque dovuto alla particolare presenza di rocce sul fondale
Adagiato in una splendida conca morenica, è lo specchio naturale del maestoso Cervino, Montagna simbolo della Valle d'Aosta e delle Alpi, a testimonianza che in antichità qui sorgeva un ghiacciaio.  
Il Lago Blu, il cui vero nome è Layet, rappresenta forse uno dei punti più famosi dell'intera Val d'Ayas, citato su tutti i manuali e molto conosciuto oltre i confini della Valle d'Aosta stessa.
L'escursione al lago blu è piuttosto facile e alla portata di tutti, il sentiero è ben tracciato e non presenta tratti esposti o pericolosi. E' quindi adatta anche alle famiglie con bambini.
Questa è una classica passeggiata in Val D'Ayas e concede una bella vista sui 4000 metri del Roccia Nera, Polluce e Castore, dal piano di Verra inferiore la vista è sensazionale e da l'impressione di poterle raggiungere in un attimo.

Dalla riva del lago, si possono scorgere sul fondale dei tronchi di legno, simili ai travi di un tetto: essi richiamano alla leggenda del Lago Blu.
La leggenda narra che:

In un tempo lontano, appunto dove ora è il lago, sorgeva una bella casetta, dimora di una famiglia di pastori. Essi però non erano buoni nè caritatevoli e anche la donna, la sposa, aveva un cuore duro e crudele.
Un giorno alla porta della casa si presentò un misterioso pellegrino: aveva il volto pallido e stanco, le vesti lacere, a brandelli, e si appoggiava affranto a un grosso bastone nodoso.
La donna, che era andata ad aprirgli, lo squadrò da capo a piedi con diffidenza palese.
-Cosa vuoi?- Gli chiese con voce dura.
-Per amor di dio,- mormorò il viandante- Dammi un po’ di polenta e un po’ di siero del latte…
Quello che il poveretto chiedeva era ben poca cosa. Ma la pastora avara e spietata rispose in malo modo:
-Vattene non ho niente per te.-
E gli voltò le spalle.
Il più piccino dei suoi bimbi aveva assistito alla scena e aveva provato una stretta al cuore di dolore e di pietà. Entrò in casa, andò a prendere la scodella del latte destinata alla sua colazione e fece per porgerla al pellegrino. Ma i famigliari si opposero e in atto di scherno diedero al viandante una ciotola piena d’acqua sporca. Il poveretto si allontanò sconsolato, mormorando oscure parole.
Il ragazzo, che aveva tentato di soccorrerlo, mosso dalla compassione, fu severamente punito e per punizione mandato a raccogliere legna lontano, nella foresta, che a quei tempi era ancora infestata dai lupi. Ma le belve non fecero alcun male al pastorello, sebbene già scendesse l’ombra della sera quando egli tornò a casa.
Giunto colà, quale non fu la sorpresa del fanciullo! La casetta non c’era più e al suo posto si vedeva il piccolo “lago Azzurro”. Tutti gli abitanti erano scomparsi, sprofondati insieme con la loro dimora.
Il fanciullo compassionevole pianse amaramente la perdita dei famigliari, ma comprese che il castigo era stato pari alla gravità della colpa.
I discendenti del pastorello prosperarono e si moltiplicarono nella vallata e, ricordando il terribile avvenimento, si mostrarono sempre cortesi e ospitali.

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