Il castello di Gambatesa, tipico
fortilizio dell'epoca medievale, è oggi il risultato di una serie di
corpi aggiunti nel tempo, ma soprattutto, di trasformazioni avvenute
dopo il terremoto che scosse il centro abitato nel 1456. Numerose
modifiche furono apportate, inoltre, quando il feudo fu affidato alla
famiglia De Capua. Il basamento, le mura di una certa altezza e la
posizione del castello, a guardia della sottostante valle del
Tappino, richiamano al suo naturale progetto architettonico di
fortificazione nata per esigenze difensive.
Le trasformazioni più recenti
risalgono invece agli anni del Novecento, e sono opera degli ultimi
proprietari del castello, la famiglia D'Alessandro. Oggi, dopo i
restauri effettuati sotto la supervisione della Soprintendenza ai
Beni Architettonici del Molise, il Castello ha ripreso il suo aspetto
di dimora signorile, sviluppandosi su quattro piani.
Nel primo sono stati restaurati diversi
ambienti che nel passato, molto probabilmente, dovevano essere
adibite a stalle, magazzini, cantine e carceri. Gli ambienti del
secondo piano sono di rappresentanza: un atrio molto accogliente in
cui si aprono le porte del salone e di altri ambienti minori. In
tutto il piano sono presenti gli affreschi di epoca cinquecentesca
opera di Donato da Copertino e di stile manierista. I lavori furono
eseguiti, molto probabilmente, ispirandosi alle opere di altri
artisti contemporanei conosciute durante i suoi studi.
Dell'artista si può supporre soltanto
che fosse stato allievo del Vasari durante il suo soggiorno a Napoli
e Roma nel decennio tra il 1540 ed il 1550. Di particolare interesse
è l'affresco nella saletta detta delle Maschere, dove si può notare
la struttura della Basilica di San Pietro, ancora in costruzione, e
l'obelisco vaticano.
Il terzo piano è molto più austero
dei primi due e l'unico elemento architettonico da segnalare è la
loggetta che affaccia con tre arcate sulla piazza del paese, di
fronte alla Chiesa Madre. Dal terrazzo invece, all'ultimo piano, lo
sguardo si perde sul lago di Occhito e sui piccoli centri della
vicina Puglia.