Luoghi e paesaggi
Marchirolo


I PAESI DIPINTI
La provincia di Varese è caratterizzata da ampie e belle valli che creano punti panoramici da cui si può ammirare un territorio circondato da monti e  costellato da laghi e percorsi d'acqua.
Molti di questi luoghi, affascinanti da un punto di vista paesaggistico e naturalistico, si sono arricchiti negli ultimi 50 anni di un patrimonio architettonico-artistico che vede nella tipologia dei "paesi dipinti" una punta di eccellenza.
Il comune di Marchirolo e frazioni quali Arcumeggia, Boarezzo, Olona, Peveranza, Runo e San Fermo sono oggi noti per l'armoniosa integrazione tra l'ambiente circostante e i dipinti murali nonché gli affreschi, che per soggetti figurativi rappresentati si ricollegano alle origini del posto, agli usi, ai costumi, alle attività lavorative degli abitanti e alle credenze popolari, in un'unica tavolozza di brillanti colori, godibile in ogni stagione.

Marchirolo è un piccolo comune posto sulle montagne sud-occidentali del Lago Ceresio e sito nell’omonima valle, a qualche chilometro dal confine svizzero. Il territorio ha dato i natali agli artisti Eugenio Pellini (Marchirolo 1864 - Milano 1934) e ad Adriano Bozzolo (1927), che tuttora qui vive e lavora e di cui sono conservate diverse opere presso la Gipsoteca Pellini-Bozzolo. 

Nel 1983 l’amministrazione comunale promosse una “rassegna murale”, inaugurata il 21 maggio e conclusasi il 2 ottobre dello stesso anno, invitando una quindicina di artisti a sviluppare, in modo autonomo, la tematica dell’emigrazione attraverso i secoli, “dai mastri marchirolesi ai frontalieri di oggi”. Tale iniziativa si prefiggeva lo scopo di rendere un doveroso omaggio all’operosità dei lavoratori locali, da sempre esperti nel campo dell’edilizia (alcuni contribuirono alla costruzione della ferrovia del Tonchino in Cina) e costretti per anni ad allontanarsi dalla propria casa e dagli affetti familiari. Tale condizione, seppur in diverso modo, accomuna oggi chi valica la frontiera per lavorare nella vicina Svizzera. 
Si segnala, tra le opere di maggior rilievo, “La cartolina dall’America” di Carlo Berta e Felice Filippini, che riproduce un vero e proprio documento storico, idealmente “appeso” al muro con una puntina. La cartolina ingiallita riporta, con la tipica calligrafia di inizio secolo, i saluti di Celeste Pella ai genitori, mettendo in luce le difficoltà e gli ostacoli che un emigrante dell’epoca doveva affrontare: “Non è l’America che si credeva”. 
Altri artisti si soffermarono invece sulla rappresentazione dei famigliari degli immigrati: Umberto Galliani e Giovanni Repossi dipinsero l’“Attesa”, mentre Camillo Fait, in “Quelli che restano”, si concentrò sui volti di bambini e anziani ed eteree figure femminili a cui accostò una coppia di buoi e la chiesa di San Martino, simboli del luogo e delle attività lavorative. Recentemente il centro storico si è arricchito di nuove opere, tra cui i “Colori della memoria murale” di Giorgio Polo, dipinta sulla facciata del Circolo Angioj. 

Lungo il percorso dipinto, costellato da antiche cascine e ville d’epoca, si consiglia di visitare la chiesa di San Martino, posta su una scenografica scalinata e dominante l’intero paese. Da qui un irto percorso tra boschi conduce, in circa mezz’ora, alla chiesa romanica di San Paolo, da cui si gode un ampio panorama sul Lago Ceresio.

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