Eretto nella seconda metà del XV
secolo da Ferdinando I D'Aragona a difesa del Regno, il Castello di
Pizzo, che si erge sulla parte occidentale della cittadina consacrata
a S.Giorgio, è costituito da un massiccio corpo quadrangolare con
due torrioni cilindrici angolari di cui la torre grande, detta torre
maestra, è di origine Argioina (1380 circa).
Il Maniero, dalla parte che si affaccia
sul mare, scende perpendicolarmente sulla rupe, dall'altra, una
strada ha oggi preso il posto del preesistente fossato che lo
circondava e sul quale un ponte lavatoio ed una porta, ne
consentivano l'accesso.
Secondo una descrizione cinquecentesca,
oltrepassata la porta si giungeva ad un piccolo cortile, alla cui
destra, si trovava la zona carceraria costituita da quattro camere ed
a sinistra, le casematte con le vettovaglie, Dal cortile, attraverso
una scala, si saliva alla parte superiore ove erano dislocate otto
stanze. La fortezza era altresì dotata di pianterreni è
camminamenti interni che portavano anche fuori città . Essendo stata
costruita allo scopo di difendere la costa dai barbareschi, durante
l'occupazione Francese, gli fu aggiunta una batteria a mare, a difesa
della spiaggia, detta Monacella.
Oltre a pochi elementi decorativi in
pietra, le mensole residue nel torrione di nord-ovest e le piccole
feritoie delle archibugiere, è presente sulla chiave di volta, che,
sormonta il portone d'ingresso, lo stemma marmoreo della casa
Infantado ed una lapide dedicata al re Gioacchino Murat alla cui
fucilazione deve la fama il Castello e la città di Pizzo.