Venerdì 17 gennaio la parrocchia di S. Antonio Abate in Ravaldino celebra la festa di S. Antonio Abate, suo patrono. Le iniziative sono varie: S. Messe ore 7 - 8 - 11 - 18; distribuzione del pane benedetto ore 7/12 - 15/19; benedizione degli animali domestici sul sagrato ore 17/18. Nella chiesa di S. Antonio Vecchio, veglia in stile Taizè (comunità monastica ecumenica francese) proposta dai giovani scout del gruppo Forlì 14 ore 20.30/21.30.
Sant'Antonio Abate, nato nel cuore dell'Egitto e morto ultra centenario (250-356), all'età di vent'anni abbandonò la sua vita agiata e si rifugiò dapprima in una zona deserta e inospitale tra antiche tombe abbandonate e poi sulle rive del Mar Rosso, dove condusse vita di anacoreta. Per la sua straordinaria esperienza spirituale del "deserto", accorsero a lui da tutto l'Oriente, monaci, pellegrini, sacerdoti, vescovi, infermi e bisognosi, per ricevere consigli e conforto.
La sua fama di eremita e guaritore, dopo la sua morte, per secoli, fece accorrere migliaia di malati al villaggio francese dove erano giunte le sue reliquie, per curare l' "herpes zoster" chiamato, in onore dei meriti del santo, "fuoco di Sant'Antonio". La forte tradizione legata al santo ha fatto sì che quest'ultimo entrasse nel cuore della gente sia come campione di fede sia come difensore degli animali, che spesso sono protagonisti insieme a lui delle narrazioni popolari.
Proprio per l'umanità e la semplicità che emergono dalla vita di Sant'Antonio, ancora oggi in molti si sentono vicini al santo che per la sua grande varietà di vissuto è stato scelto come protettore per tanti: di coloro che lavorano con gli animali, dai guardiani ai salumieri e macellai; dei pompieri in quanto, secondo una leggenda, difende i fedeli dalle fiamme dell'inferno; è invocato contro ogni tipo di contagio e, in particolare, contro tutte le malattie della pelle.