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Dopo il vino di Angera arriva l'olio di Varese

Alcuni uliveti sono già stati messi a dimora nella zona del lago di Varese, che assieme a quella della Valceresio possiede i requisiti climatici per la produzione di olio su ampia scala. A sostenerlo è Ignazio Bonacina, direttore della Coldiretti varesina che si impegna a gestire la produzione dell'olio di Sant'Imerio ideata due anni fa dal parroco di Bosto don Pietro Giola. Da questa iniziativa sono poi scaturiti gli studi tecnici della Coldiretti che hanno dato esito positivo e che nell'immediato futuro potrebbe costituire il fiore all'occhiello dell'agricoltura locale. Intanto per dopodomani, domenica 4 febbraio, sono previsti i festeggiamenti per i 1100 anni della chiesetta di Bosto. Assicurata la presenza del cardinale Tettamanzi, arcivescovo di Milano.


Varese città famosa per la produzione di olio d’oliva? Sembrerebbe impossibile, dato che il clima delle Prealpi non è propriamente mediterraneo, ma l’ipotesi ha in realtà buone probabilità di realizzarsi. Da un’iniziativa benefica di don Pietro Giola, parroco di Bosto, potrebbe infatti avere origine una nuova attività in grado di ridare slancio e lustro all’agricoltura locale. Da due anni don Giola ha promosso nella castellanza di Bosto la raccolta dei frutti degli uliveti di proprietà dei residenti: le olive vengono poi portate in un frantoio sul lago di Como e trasformate in olio, che viene poi venduto per scopi di beneficenza. Dopodomani l’arcivescovo di Milano, il cardinale Dionigi Tettamanzi, sarà a Bosto per tutta la mattinata: la sua visita avrà il duplice scopo di benedire l’olio locale e di festeggiare la ricorrenza dei mille e cento anni dalla fondazione della chiesa di Sant’Imerio. La Coldiretti è impegnata nella lodevole iniziativa con un ruolo importante, che va dall’appoggio all’intento solidaristico e cristiano della vendita dell’olio, alla promozione a tutto campo della coltivazione dell’ulivo. Abbiamo parlato con il direttore provinciale dell’associazione degli agricoltori, Ignazio Bonacina: "Siamo impegnati nel sostenere attivamente la parrocchia di Bosto in questo progetto benefico. Don Pietro ha iniziato piantando un ulivo davanti alla chiesa di Sant’Imerio e da lì ha iniziato a raccogliere le olive, che vengono poi trasformate in olio in un frantoio sul lago di Como". L’iniziativa sta assumendo però delle prospettive inizialmente insperate: "Come Coldiretti – continua Bonacina – abbiamo effettuato degli studi tecnici sul territorio della provincia e abbiamo rilevato che ci sono parecchie zone idonee alla produzione dell’olio. In particolare, la coltivazione e la "pigiatura" delle olive può trovare terreno fertile sulle rive del lago di Varese e nella Valceresio". Vicino al lago sono già stati piantati parecchi uliveti che cominciano a dare buoni frutti: "L’olio di lago è particolarmente rinomato e la coltivazione sta già prendendo piede in questa zona. L’amministrazione comunale ci ha manifestato la sua soddisfazione verso una produzione che potrebbe dare un buon apporto all’economia locale". La Coldiretti, dunque, dal sostegno ad un’iniziativa benefica, sta creando anche i presupposti per un rilancio dell’agricoltura locale? Secondo il direttore Bonacina, le possibilità sono buone "Dopo il "vino di Angera", potrebbe nascere l’"olio di Varese"".

venerdì 2 febbraio 2007 Davide Tentori redazione@varesenotizie.it


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