Specialità gastronomiche

Trovi questa specialità in provincia di: Varese.

Bruscitt

Bruscitt ovvero bruscolini, chiamati così in quanto la carne viene sminuzzata grossolanamente sul tagliere con il trinciante, in modo da ottenere pezzettini della grandezza di un fagiolo. Piatto tipico di Busto Arsizio, cui è accreditata una discutibile origine zingaresca.
Accompagnati da una polenta o adagiati con il loro sugo su una fetta di pane di mistura, i bruscitt sono piatto unico. Si gustano con vini rossi, asciutti e ben strutturati, affinati qualche anno in bottiglia: Buttafuoco dell'Oltrepò (per chi preferisce i vini briosi) o Cellatica del Bresciano.

Ingredienti:
- Carne: polpa reale, tampetto, fustello, cappello del prete
- Burro
- Erbabona: semi di finocchio
- Aglio
- Vino rosso robusto
 
Preparazione  
Tagliare e sminuzzare a filo di coltello la carne, a pezzetti grossi come una mandorla. Basta prendere un bel coltello corto e pesante, bene affilato, e battere la carne un pezzo alla volta sul tagliere. E’ un lavoro facile e di pochi minuti.
In una pentola di grosso spessore, mettere i "bruscitti” a freddo con cinquanta grammi di burro per ogni chilo dì carne. Aggiungere qualche pezzetto di pancetta (non affumicata) fino a circa un etto per due o tre chili di "bruscitt". Sale giusto, pepe discretissimo.
Se qualcuno volesse ritornare agli antichi tempi, non guasterebbe, al posto della pancetta, una pestata di lardo, diminuendo naturalmente la dose di burro.
Un sacchetto di garza ben chiuso, con dentro mezzo cucchiaino di “erbabona” per ogni chilo, va messo subito in mezzo alla carne. A chi piace, nel sacchetto, può essere aggiunta una punta, solo una punta, di aglio.
Porli sul fuoco a fiamma bassissima e incoperchiarli subito, con sopra due pesi. Qualcuno mette tra pentola e coperchio un foglio di carta da macellaio, che aiuta a trattenere l'eccesso di vapore, ma non è indispensabile.
Cuocerli, sempre a fuoco basso, per due o tre ore. La cottura continua lentissima, per due o tre ore (o anche più), secondo la qualità della carne. Bisogna fare qualche prudente assaggio e una rimestata con un cucchiaio di legno. Se asciutti bisogna aggiungere solo burro: mai brodo; se troppo bagnati scoprirli per poco tempo. Assolutamente da scartare qualunque altra aggiunta di "odori".
Quando la cottura è prossima alla fine, è il momento più delicato. Togliere il sacchetto degli odori e mettere, a fuoco allegro, un bicchiere di vino robusto: Barolo, Barbera, Barbaresco. Il vino ideale è il Gattinara di almeno dieci anni.
Qualche minuto di fiamma vivace, e poi, di nuovo ricoperti, lasciarli ancora sul fuoco bassissimo per poco tempo, fin quando cioè, annusandoli, è scomparsa l'asprezza iniziale del vino: è il momento in cui il vino si è sposato col burro. Spegnere e portare in tavola.

Dicono che sia d'obbligo la polenta, ma poiché questa non assorbe molto il sugo, anche il pane misto è uno sposo ideale, specialmente sui "bruscìtt" riscaldati il giorno dopo, quando la polenta, ormai fredda, non si presta più alla “puccia".



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