Un dolce
povero, ma particolarmente apprezzato, il cui nome varia da paese a
paese è la Meascia, Miascia o Turta di paisan.
E' una "torta
casalinga" dalle origini antichissime, dove l'ingrediente
centrale è il "pan
poss", il pane
raffermo: si prepara impastando pane raffermo, latte,
uova, zucchero, burro, mele o pere, pinoli, uvette e, a discrezione,
amaretti sbriciolati, cioccolato amaro, scorza di limone.
Solitamente
viene guarnita con pinoli, può avere sia
forma rotonda che rettangolare e può essere accompagnata da rossi
amabili o liquorosi.
Esistono numerose varianti locali in
cui si può apprezzare questo dolce, alcune che non utilizzano il
pane raffermo, ma si basano su un impasto di farina bianca e gialla.
I dolci poveri, come la miascia,
sono sovente preparati con frutta secca o fresca, per ottenere una
base zuccherina naturale: un tempo infatti lo zucchero era molto raro
e lo si trovava solo sulla mensa dei ceti più abbienti. Ne risultano
razioni estremamente energizzanti, ma anche piuttosto complete sul
piano nutrizionale: la frutta apporta sali minerali e vitamine e
nobilita le "calorie vuote" dello zucchero.
In passato, il dolce non era come
oggi consumato a fine pasto, ma in alcuni casi in sostituzione del
pasto stesso, piuttosto che come merenda o comunque in occasioni
particolari come feste, ricorrenze, doveri di ospitalità .
Il
nome "torta paesana" deriva dal fatto che un tempo veniva
preparata durante il giorno della festa del paese e anticamente
veniva cotta in forni comunitari utilizzando il pane che fino a prima
della preparazione era conservato nella tradizionale "panadura".