Si tratta dei dolcetti gialli tipici del
piccolo paese di Lamporecchio, in provincia di Pistoia. La leggenda
vuole che siano state le suore di un convento ad inventare per sbaglio
il brigidino. Tutto cominciò con un errore di suor Brigida, che si
confuse mentre stava preparando l'impasto delle ostie. Le sorelle, per
non sprecare quel composto, pensarono di ingentilirlo aggiungendovi dei
chicchi di anice. Nacque così quel "trastullo speciale" destinato a
divenire una tradizione a Lamporecchio, dove la ricetta si è tramandata
di generazione in generazione dando vita a molte botteghe artigianali
specializzate proprio nel brigidino.
IngredientiDose per circa 30 brigidini:
1 tazza di farina per torte
2/ 3 di tazza di zucchero
3 uova
1 cucchiaio da tavola di semi di anice
un pizzico di sale
un pizzico di estratto di vaniglia (opzionale)
Uno stampo per brigidino o un ferro con piatti piani
PreparazioneSbattere le uova fino a farle diventare schiumose, aggiungere lo
zucchero e i semi di anice e lavorare aggiungendo la farina, sale e
vaniglia fino a far diventare la pasta liscia e morbida. Riscaldare lo
stampo per i brigidini o i piatti caldi in modo che brucino e mettere un
cucchiaio da tè di pasta su uno dei piatti, unire l'altro piatto
bollente finché il brigidino è fatto, a quel punto il brigidino dovrebbe
essere croccante.
Sono piccole e fragranti cialde dorate a base
di uova, zucchero, anice e farina. Il loro nome rimanda alle
brigidine, monache di un convento locale, devote alla svedese Santa
Brigida, che sono ritenute le creatrici di questi dolci.
Tratto da
www.piattitoscani.it