“Bedda comu ‘na cassata!†Così si dice in Sicilia quando si vuole fare un gran complimento, il giudizio di massima bellezza…
Capire il perché è semplice, intuitivo, la cassata è bella, anzi bellissima. E’ anche buona ma quello è di pubblico dominio.
E’ un trionfo di frutta candita: trionfo di colori, trionfo di
dolcezza, trionfo di opulenza. Tonda, perfetta, senza inizio né fine,
simbolo del sole, di nascita e rinascita, infine quasi superfluo dire:
dolce della Pasqua, la festa della rinascita per eccellenza.
Cos’è la cassata?
Un dolce a base di pan di Spagna, ricotta, zucchero, canditi,
cioccolato e ultimo ma solo in ordine cronologico, la pasta di mandorle.
E’ un dolce assemblato a freddo che basa la sua fama sulla bontÃ
della materia prima: il pan di Spagna, morbido in origine ma utilizzato
quando si è un po’ asciugato, fatto con uova fresche; la ricotta di
pecora, più saporita di quella vaccina, freschissima e ben scolata; i
canditi, ciliegie, arance, zucca, mandarini interi, qualunque frutto si
possa candire va bene per la cassata, purché sia colorato e brillante
tanto da arricchire la decorazione; la pasta di mandorle, ottenuta dalle
migliori mandorle (quelle di Avola per esempio…) sapientemente macinate
ed impastate con zucchero e albume; il cioccolato, che sia buono e
fondente, non c’è bisogno d’altro; la glassa fondente di zucchero,
niente altro che zucchero, poche gocce di limone ed albume.
Materie prime semplici e pochi accorgimenti per avere un dolce sopraffino.
I segreti sono pochi, le varianti molteplici. In Sicilia ci sono
tante versioni di cassata quanti sono i pasticcieri che la producono:
bagnata di maraschino, di acqua di zagara, di Strega; profumata di
cannella oppure no; più o meno dolce da una zona all’altra; coperta di
sola pasta reale (la pasta di mandorle colorata in verde) o che alterna
la pasta reale al pan di Spagna o ancora alla ghiaccia di zucchero.
Ognuno ha il suo metodo, la sua ricetta, come tanti altri piatti tipici
italiani, ognuno si sente il depositario della tradizione, che poi sia
la tradizione del proprio quartiere o della propria famiglia poco
importa… Ma del resto questo aspetto ben si lega all’animo dei siciliani
così legati ognuno al proprio fazzoletto di terra.
Ma quali sono le origini della cassata? Da dove proviene questa
prelibatezza che attenta alla linea (ed anche al livello di glicemia…)?
La cassata ha origini molto antiche, e la sua storia è strutturata come è strutturato il dolce stesso.
Già a partire dal nome esistono almeno due teorie. La più suggestiva è questa:
si racconta che un “saracino†stava impastando ricotta e zucchero
in un pentolino di rame e abbia risposto “qas’atâ€, il nome arabo del
pentolino, a un siciliano che gli aveva chiesto, invece, il nome del
dolce, da qui il nome.
L’altra teoria è senza dubbio più schematica: ricotta, cioè
formaggio, in latino caseum. Tutto qui, sicuramente poco poetica come
spiegazione…
La cassata è un dolce antichissimo della tradizione palermitana. La
prima cassata venne creata durante la dominazione araba in Sicilia
(intorno al IX-XI secolo) durante la quale erano stati introdotti
ingredienti “nuovi†quali: canna da zucchero, cedro, limone, arancia
amara, mandarino, mandorle; questi ingredienti insieme alla ricotta di
pecora, prodotta sin dalla preistoria, formavano la base della cassata,
che era fatta con una sorta di pasta frolla e cotta al forno. A quel
tempo non c’era ancora la pasta di mandorle, introdotta nel periodo
normanno, quando le suore del Convento della Martorana (da qui il nome
che la pasta di mandorla assume a Palermo) sperimentarono la ricetta per
creare dolci colorati dalla forma di frutta, la frutta martorana. Dalla
cassata al forno si passò a quella fatta a freddo. Solo sotto la
dominazione spagnola ci fu un ulteriore cambiamento, arrivarono il
cioccolato e il pan di Spagna, e durante il periodo barocco furono
introdotti infine i canditi, fondamentali per la cassata.
La
decorazione così come la conosciamo ora fu creata nel 1873 dal
pasticcere palermitano Salvatore Gulì, che si fregiava del titolo di
“Confetturiere di Casa Reale†(affiancando nel suo logo re Ferdinando di
Borbone e re Vittorio Emanuele II); egli usò la sua prestigiosa
produzione di frutti canditi per decorare il dolce di Pasqua in
occasione di una manifestazione culinaria che si tenne a Vienna.
Il segreto della cassata sta nel dosare gli ingredienti in modo
tale da ottenere un dolce non stucchevole, e questo ovviamente dipende
dalla percezione del gusto di ognuno...
La ricetta
Ingredienti
Per il pan di Spagna (stampo tondo 26cm o quadrato 24x24 cm):
7 uova
120 g farina 00
60 g amido di grano
175 g zucchero
1 bustina di lievito per dolci
1 bustina di vanillina o scorza di limone per profumare l’impasto
Per il ripieno:
500 g ricotta fresca di pecora
200 g zucchero
100 g cioccolato fondente in gocce o piccoli pezzi
200 g canditi misti a cubetti (zucca, cedro, arancia)
1 pizzico di cannella a piacere
Per la decorazione:
400 g di pasta di mandorle verde già pronta (si può preparare con
200 g di farina di mandorle, 200 g di zucchero, colorante verde q.b. e
albume q.b. per ottenere una pasta compatta e malleabile che si può
stendere)
glassa di zucchero fondente ottenuta con 300 g di zucchero a velo, 3-4 gocce di limone e albume q.b.
frutta candita intera a piacere (mandarini, ciliegie, arance)
Maraschino per bagnare
Procedimento
Per il Pan di Spagna:
si montano i tuorli con lo zucchero e la vanillina (o scorza di
limone grattugiata) finché non diventano chiari e spumosi, si uniscono
gli albumi montati a neve con delicatezza per non smontarli. A questo
punto con la frusta a mano si uniscono farina, amido e lievito passati
attraverso un setaccio fine. Si passa il composto in una teglia
rettangolare imburrata e infarinata. Cuocere in forno a 160-180°C per
30 minuti. Meglio prepararlo il giorno prima così non si sbriciola al
taglio.
Per il ripieno:
si passa al setaccio la ricotta, si unisce lo zucchero e si lavora
il composto con una spatola flessibile fino a che non risulti cremosa e
senza grumi, si profuma con la cannella, se la si usa, si uniscono i
canditi a cubetti e le gocce di cioccolato.
Confezionare la cassata:
Si taglia a strisce regolari il Pan di Spagna, si fodera con queste
strisce uno stampo rotondo a bordo basso; si spruzza sul Pan di Spagna
il Maraschino, poi si riempie la cavità con la crema di ricotta, dopo
averla versata si ricopre con altre strisce di Pan di Spagna e si
spruzza di liquore, in modo da chiudere la cassata. Si lascia riposare
in frigo per qualche ora, meglio se tutta la notte, poi si sforma
rivoltandola su un piatto da
portata.
Si stende col matterello la pasta di mandorle verde e se ne taglia
una striscia di circa 3 mm di spessore con la quale si fascerà il bordo
laterale del dolce. Poi si versa sulla superficie la glassa di zucchero,
e con una spatola si distribuisce in uno strato sottile, prestando
attenzione a coprire bene anche i lati del dolce. Si decora la
superficie della cassata con frutta candita intera e si lascia asciugare
completamente in luogo fresco.
Tratto da
www.cookaround.com