Nonostante sia molto ricca e vasta la
mole di fonti cui attingere notizie sull'intero percorso storico di
questo alimento, è solo a partire dai libri di cucina del 1800 che
compaiono le prime ricette del prelibato e gustoso "Risotto alla
Milanese".
La leggenda, contrariamente a quanto
appena affermato, collocherebbe invece l'origine di questo piatto
all'anno 1574, precisamente all'8 settembre, in occasione di un
banchetto di nozze celebrato a Milano, nel giorno dedicato alla festa
della cattedrale di S. Maria Nascente. Quella mattina la figlia di
mastro vetraio Valerio di Fiandra sposava un assistente del padre.
Gli amici, forse per burla, fecero preparare un piatto di riso
colorato con lo zafferano, materiale che lo sposo amava a tal punto
da metterlo in tutti gli impasti da lui creati. Il piatto ebbe così
successo da non rimanerne sulla tavola nemmeno un chicco.
Sebbene la storia sia bella ed
affascinante, da quella data in poi, per lungo tempo, non comparirÃ
mai, in nessuna fonte, la ‘denominazione' del piatto in questione.
Dai ricettari del 1300 fino a quelli
del 1700 sappiamo, infatti, che il riso conosce una sola tecnica di
cottura: la lessatura in acqua.
All'inizio del 1800, ne il "Cuoco
Moderno", pubblicato per esattezza nel 1809 da autore anonimo,
compare per la prima volta la ricetta del "Riso giallo in
padella". Esso è eseguito con un soffritto nel burro,
l'aggiunta di cervellato, midollo, cipolla e inumidito poi con brodo
caldo nel quale viene sciolto dello zafferano.
Nel 1929, il passo definitivo: il
celebre cuoco milanese Felice Luraschi, nel suo ricettario pubblicato
in quell'anno, "Il Nuovo Cuoco Milanese Economico" completa
il nome del piatto, trasformandolo in "Risotto alla Milanese
Giallo". Il procedimento prevede che il riso, completo di
grasso, midollo di bue, zafferano, noce moscata e brodo, sia alla
fine insaporito con del formaggio grattugiato.
Dalle notizie qui riportate si evince
che il famoso piatto meneghino è il risultato di una lunga
evoluzione nella preparazione del riso che, partendo dal suo impiego
in minestre arriva, con l'arricchimento di nuovi ingredienti e
tecniche, alla realizzazione del piatto così come oggi noi lo
conosciamo e gustiamo sulla nostra tavola.
Nel tempo la ricetta originaria ha
subito ulteriori evoluzioni, dovute sia alla difficoltà di reperire
in tempi più moderni i medesimi ingredienti (nel 1900 al cervellato
viene sostituito il "gras de rost").
Il Comune di Milano il 14 dicembre
2007, con delibera della Giunta Comunale, ha concesso il
riconoscimento di Denominazione Comunale (De.Co.) al Risotto alla
Milanese.
Ingredienti per 6
persone- 30 gr. Midollo di manzo o di bue tritato
- 2-3 lt.
Brodo bollente ristretto: non deve essere “di dadoâ€
- 2
cucchiai di grasso d’Arrosto di manzo chiaro e scuro (se manca
aumentare il midollo fino a 60 gr.)
- 1 piccola Cipolla trattata
finemente
- 1ciuffo di pistilli di Zafferano o una bustina di
zafferano
- abbondante Grana grattugiato
- 1 pezzetto di Burro
crudo
- 50 gr. Burro
Produzione
Mettere in una casseruola il midollo,
il burro, il grasso d’arrosto e la cipolla, cuocere a fiamma bassa
finché la cipolla non avrà preso un colore dorato. Aggiungere il
riso e rimescolarlo bene perché possa assorbire il condimento. A
questo punto alzare la fiamma e iniziare a versare sul riso il brodo
bollente a mestoli, continuando a rimestare regolarmente con un
cucchiaio di legno. Man mano che il brodo evapora e viene assorbito,
continuare a cuocere sempre a fuoco forte aggiungendo man mano altro
brodo a mestolate fino a cottura ultimata, facendo attenzione che il
riso resti al dente (cottura da 14 a 18 minuti approssimativamente, a
seconda della qualità di riso utilizzato). Arrivati a due terzi di
cottura, aggiungere i pistilli di zafferano preventivamente sciolti
nel brodo: se però si usa zafferano in polvere, è necessario
aggiungerlo a fine cottura per non perderne il profumo. A cottura
ultimata aggiungere il burro e il grana e lasciar mantecare per
qualche minuto. Aggiustare di sale. Il risotto deve essere piuttosto
liquido (“all’ondaâ€), con i chicchi ben divisi, ma legati fra
loro da un insieme cremoso. Importante non è aggiungere mai del
vino, che ucciderebbe il profumo dello zafferano. Non cuocere più di
sette/otto porzioni per volta.
Tratto da www.risottoallamilanese.it